Introduzione all’Autotrapianto
L’autotrapianto di cellule staminali rappresenta una tappa fondamentale nel percorso terapeutico del mieloma multiplo. Dopo i mesi di terapia di induzione, durante i quali il corpo viene preparato attraverso la somministrazione di farmaci che riducono il carico tumorale, e dopo la procedura di aferesi, in cui vengono raccolte le cellule staminali del paziente stesso, arriva il momento del ricovero per l’autotrapianto vero e proprio.
Il 18 luglio 2025 ha segnato l’inizio di questa nuova fase del mio percorso. Un ricovero programmato, atteso con un misto di speranza e timore. Speranza perché l’autotrapianto rappresenta una delle strategie terapeutiche più efficaci per ottenere una remissione profonda e duratura della malattia; timore per gli effetti collaterali e le difficoltà che sapevo avrei dovuto affrontare.
In questa sezione della guida, condividerò la mia esperienza giorno per giorno, dalle procedure iniziali fino alla dimissione e ai primi giorni di convalescenza a casa. Un racconto che spero possa essere utile a chi si trova ad affrontare un percorso simile, offrendo una testimonianza diretta di ciò che significa vivere un autotrapianto dall’interno, con le sue sfide fisiche ed emotive.
Il Ricovero: Giorno per Giorno
Fase di Preparazione (Giorni 1-2)
18 luglio 2025 – Primo giorno
Sono stato convocato in reparto alle 10 del mattino. L’inizio di questa nuova fase è stato caratterizzato da una serie di procedure preliminari: prelievo ematico, tampone nasale, tampone rettale e raccolta delle urine. Esami necessari per verificare che non ci fossero infezioni in corso che avrebbero potuto complicare il percorso.
Nel pomeriggio sono stato inviato presso l’ambulatorio chirurgico per l’impianto del PICC (Peripherally Inserted Central Catheter), un catetere venoso centrale ad inserzione periferica. Questa procedura, sebbene indolore, ha provocato la comparsa di alcune extrasistoli, battiti cardiaci irregolari che fortunatamente si sono ridotti di frequenza nel corso del pomeriggio.
Il mio umore in questo primo giorno era pessimo. Nonostante la razionalità del medico che conosce l’importanza di questa fase, emotivamente mi sentivo sopraffatto. Un mal di testa persistente ha accompagnato queste prime ore di ricovero. Nonostante tutto, sono riuscito a mantenermi attivo, percorrendo 3929 passi all’interno del reparto.
19 luglio 2025 – Secondo giorno
Il secondo giorno è iniziato con un umore discreto. La routine ospedaliera ha preso il via con doccia, colazione e una radiografia al torace per verificare il corretto posizionamento del PICC, che fortunatamente è risultato perfettamente collocato.
È iniziata la preparazione farmacologica: ho assunto una compressa di un antiemetico (Akynzeo) della durata di tre giorni e 10 mg di desametasone per via endovenosa. Una delle strategie preventive più interessanti è stata l’utilizzo di ghiaccioli: ne ho consumati sei durante la giornata per prevenire la mucosite orale causata dal melfalan, il chemioterapico che mi sarebbe stato somministrato.
Non ho pranzato, seguendo il protocollo. Fortunatamente non ho avuto episodi di vomito, solo una leggera nausea. Ho notato gli effetti stimolanti del cortisone: eccitazione, tachicardia e difficoltà a dormire. In questa giornata ho percorso 3314 passi.
Fase di Chemioterapia e Reinfusione (Giorni 3-4)
20 luglio 2025 – Terzo giorno
Il terzo giorno è trascorso senza infusioni. Il mio umore era discreto, ma ho avvertito una certa confusione mentale e difficoltà di concentrazione, probabilmente effetti residui dei farmaci somministrati il giorno precedente. Ho sperimentato un po’ di nausea, che sono riuscito a gestire senza ricorrere a farmaci specifici.
Mi sono sentito leggermente nervoso, probabilmente a causa del cortisone somministrato il giorno prima. Le funzioni intestinali e urinarie sono rimaste normali, ma ho dormito poco. Nonostante tutto, sono stato piuttosto attivo, percorrendo 7750 passi.
21 luglio 2025 – Quarto giorno
Il quarto giorno ha segnato un momento cruciale: la reinfusione delle mie cellule staminali. Il mio umore era abbastanza buono. Prima della procedura, mi sono state somministrate infusioni di cortisone e antistaminico, preparazione necessaria per la reinfusione.
La procedura di reinfusione delle cellule è avvenuta senza complicazioni. Dopo, ho mangiato e mi sono concesso un’ora di riposo. Nel pomeriggio mi sono sentito abbastanza bene da prendere un caffè e dedicarmi a un po’ di lavoro al computer e a qualche telefonata. Ho percorso 9410 passi, segno che le mie energie erano ancora buone.
Fase di Aplasia (Giorni 5-11)
22 luglio 2025 – Quinto giorno
Il quinto giorno il mio umore era ancora buono, probabilmente per l’effetto residuo del cortisone. Ho avvertito una discreta voglia di essere produttivo: ho effettuato pagamenti, lavorato al computer e mantenuto una discreta capacità di concentrazione. Non ho avvertito particolari disturbi fisici, anche se a tratti ho notato una certa obnubilazione mentale e secchezza delle fauci. Ho percorso 7923 passi.
23 luglio 2025 – Sesto giorno
Dal sesto giorno ho iniziato a percepire un cambiamento. Il mio umore era ancora discreto, ma le forze hanno cominciato a diminuire. Ho avvertito difficoltà intestinali, scarso appetito e una nausea più pronunciata. Ho trascorso parte della mattinata dormendo, nel pomeriggio mi sono sentito un po’ meglio e sono riuscito a fare qualcosa al computer, ma con scarsa concentrazione.
Ho dormito nuovamente, la nausea è aumentata richiedendo la somministrazione di Plasil per via endovenosa e Ondansetron autosomministrato. Ho mangiato pochissimo, solo qualche cracker e un po’ di parmigiano. Ho percorso 7680 passi.
24 luglio 2025 – Settimo giorno
Il settimo giorno è stato caratterizzato da un ulteriore peggioramento. Il mio umore era ancora discreto, ma le forze erano sempre meno. Ho avuto problemi intestinali, assenza di appetito e una nausea intensa. È iniziata la somministrazione di flebo con antiemetico e idratazione continua.
Ho mangiato pochissimo e ho notato difficoltà persino a scrivere al computer. In questa giornata ho ricevuto una notizia significativa dal punto di vista clinico: i miei globuli bianchi erano scesi a 2000, segno che la fase di aplasia stava progredendo. Nonostante le difficoltà, ho percorso 9530 passi.
25 luglio 2025 – Ottavo giorno
L’ottavo giorno ha segnato un ulteriore peggioramento. Il mio umore era basso, ho dormito tra le 16 e le 18 ore su 24. La nausea era diventata cronica e non mangiavo da due giorni, con una perdita di peso di quasi 3 kg. Nonostante i farmaci antiemetici, la nausea persisteva, e gli stessi farmaci avevano un effetto sedativo che deprimeva il sistema nervoso centrale.
Non avevo voglia di fare nulla, ma sono comunque riuscito a percorrere 7896 passi, probabilmente durante i brevi periodi di veglia.
26-28 luglio 2025 – Nono, decimo e undicesimo giorno
Questi tre giorni hanno rappresentato il punto più basso del mio ricovero. Il mio umore era molto basso, dormivo circa 20 ore al giorno, non mangiavo e soffrivo di forti dolori addominali e nausea intensa. Non ho avuto nemmeno la forza di scrivere i miei appunti quotidiani o di fare la doccia.
In questo periodo ho sviluppato febbre, che ha portato all’avvio di procedure per culture batteriche su sangue e feci, e all’inizio di una terapia antibiotica con 2 grammi di cefalosporine ogni 8 ore.
La mia attività fisica è crollata drasticamente: il 26 luglio ho percorso ancora 9953 passi, ma il 27 solo 450 e il 28 appena 9 passi, segno evidente del mio stato di prostrazione.
Fase di Recupero (Giorni 12-17)
29 luglio 2025 – Dodicesimo giorno
Il dodicesimo giorno ha segnato l’inizio di una lenta risalita. Il mio umore ha cominciato a migliorare, anche se persistevano crampi, diarrea e nausea. È stata aggiunta alla terapia la nutrizione parenterale e la morfina per il controllo del dolore, con un effetto positivo sul mio benessere generale.
30 luglio 2025 – Tredicesimo giorno
Il tredicesimo giorno il mio umore era discreto, ma persistevano nausea, crampi addominali e diarrea. Un dato clinico significativo: i miei globuli bianchi erano scesi a zero, il punto più basso dell’aplasia. Ho continuato con la terapia a base di morfina, antibiotico e nutrizione parenterale. La mia attività fisica era ancora molto limitata: solo 53 passi in tutta la giornata.
31 luglio 2025 – Quattordicesimo giorno
Il quattordicesimo giorno ha portato un segnale incoraggiante: i miei neutrofili erano risaliti a 50 e i globuli bianchi totali a 100. Era iniziata la fase di recupero ematologico. Mi sentivo come il giorno precedente, forse con un leggero miglioramento. Ho continuato con la stessa terapia. Ho percorso 101 passi.
1 agosto 2025 – Quindicesimo giorno
Il quindicesimo giorno i neutrofili erano saliti a 150. Mi sentivo meglio rispetto al giorno precedente. La terapia antibiotica è rimasta invariata, mentre la dose di morfina è stata ridotta e la nutrizione parenterale sospesa. Ho percorso 3184 passi, un netto miglioramento rispetto ai giorni precedenti.
2 agosto 2025 – Sedicesimo giorno
Il sedicesimo giorno ha mostrato un ulteriore miglioramento dei valori ematici: neutrofili a 380, globuli bianchi totali a 550, piastrine a 16.000. Mi sentivo meglio rispetto al giorno precedente. La terapia antibiotica è rimasta invariata, mentre la morfina è stata ulteriormente ridotta. Ho percorso 7961 passi, tornando ai livelli di attività dei primi giorni di ricovero.
3 agosto 2025 – Diciassettesimo giorno
Il diciassettesimo giorno ha confermato il trend positivo. Ogni giorno notavo un piccolo miglioramento. La dose di morfina è stata ulteriormente ridotta, mentre l’antibiotico è stato mantenuto. I valori ematici erano in netto miglioramento: 1000 globuli bianchi di cui 680 neutrofili, emoglobina a 11, piastrine a 420.000.
Il mio umore era buono, anche se lo stomaco faceva ancora fatica a tollerare il cibo, costringendomi a mangiare poco ma frequentemente.
4 agosto 2025 – Diciottesimo giorno
Il diciottesimo giorno ha portato la tanto attesa dimissione. In considerazione dei valori ematici molto buoni, i medici hanno deciso di somministrarmi un’ultima sacca di piastrine e di dimettermi. Ho accolto la notizia con felicità e impazienza di uscire, ben consapevole del fatto che rimanere in ospedale mi esponeva al rischio di infezioni nosocomiali, potenzialmente pericolose e resistenti agli antibiotici.
Mi sono preparato per la dimissione mentre il personale espletava le pratiche burocratiche. Alle 16:30 sono finalmente uscito dall’ospedale e sono tornato a casa. Nonostante la gioia per la dimissione, mi sentivo ancora molto debole: il sintomo predominante era la nausea, che mi accompagnava ormai da almeno 10 giorni, accompagnata da crampi addominali importanti e diarrea.
Arrivato a casa, mi sono reso conto che ero come un neonato: dovevo mangiare ogni 3 ore per non vomitare.
Il Ritorno a Casa
5 agosto 2025 – Primo giorno a casa
Il primo giorno a casa ha confermato la necessità di mangiare frequentemente per controllare la nausea. La mattina sono uscito per fare due passi per le vie del centro, evitando i raggi diretti del sole. Ho fatto qualche piccola attività domestica, poi sono uscito nuovamente per cenare dai suoceri.
Ho notato un miglioramento rispetto al giorno della dimissione, ma ero ancora lontano dal mio stato di salute abituale.
14 agosto 2025 – Aggiornamento a un mese dalla chemioterapia
Oggi, 14 agosto 2025, è passato quasi un mese dalla chemioterapia ad alte dosi. Sono a casa e sto bene, riesco a svolgere quasi tutte le attività quotidiane. Sono ancora leggermente anemico, con un’emoglobina di 11, il che spiega perché mi affatico un po’ più facilmente del normale e avverto un leggero fiatone quando salgo le scale.
I valori ematici sono in continuo miglioramento: le piastrine sono quasi a 120.000, quindi ottime, e i globuli bianchi sono quasi 4.000, un valore quasi normale. Questa mattina, durante la visita di controllo, i medici mi hanno dato il via libera a mangiare ciò che voglio e, cosa ancora più importante, mi hanno autorizzato ad andare in vacanza.
A breve partirò per il mare per completare la convalescenza e affrontare poi l’autunno con tutte le forze possibili. Il mio stato d’animo è ottimista e lo spirito è forte. Una delle scoperte più belle di questo periodo difficile è stata rendermi conto di quante persone si siano interessate a me con assiduità durante quest’ultimo mese: ho scoperto di avere intorno molte più persone che mi vogliono bene di quanto avrei creduto.
L’intestino sta gradualmente migliorando, anche se non è ancora tornato completamente alla normalità. È interessante notare come, durante tutto il percorso, fossi molto preoccupato per il mio sistema immunitario, che invece si è dimostrato molto efficiente e non mi ha dato, per ora, alcun problema. Non avevo invece considerato quanto l’intestino sarebbe stato coinvolto in questo autotrapianto. Sento comunque che gradualmente si sta sistemando.
Un aspetto clinico particolarmente interessante: ho fatto il dosaggio degli anticorpi per l’epatite B, per cui ero stato vaccinato, e sono ancora presenti. Sarà interessante vedere quanto ci metteranno a scomparire. Questo è un elemento molto rilevante per noi trapiantati: quanto dura il nostro bagaglio anticorpale dopo la procedura? Una domanda che merita attenzione e che potrebbe fornire informazioni preziose per la gestione futura di pazienti sottoposti ad autotrapianto.
Riflessioni sull’Esperienza
Ripensando all’intero percorso del ricovero per l’autotrapianto, posso identificare alcuni tratti salienti di questa esperienza:
- La chemioterapia con Melfalan ad alte dosi (200 mg/m²) rappresenta il primo passo fondamentale, seguito dopo due giorni dalla reinfusione delle cellule staminali totipotenti CD34+ prelevate durante l’aferesi.
- Dopo questi passaggi iniziali, si assiste a un crollo completo del sistema immunitario, con una drastica riduzione dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine. Viene completamente distrutto anche l’epitelio intestinale (mucosa), causando una importante mucosite che nel mio caso si è manifestata con forti crampi addominali, diarrea e nausea continua per giorni.
- Fortunatamente non ho sviluppato mucosite orale, forse grazie all’assunzione preventiva di vitamine nei mesi precedenti e all’uso dei ghiaccioli durante la somministrazione del chemioterapico.
- I sintomi hanno iniziato a manifestarsi circa cinque giorni dopo la somministrazione della chemioterapia, peggiorando progressivamente nei giorni successivi fino a raggiungere il punto più critico (zero globuli bianchi) all’undicesimo giorno dopo la chemio.
- Dal dodicesimo giorno è iniziata la risalita dei valori ematici.
- Un aspetto interessante che ho notato è che i valori ematici salgono in maniera esponenziale, mentre soggettivamente la mente avverte i cambiamenti (sia positivi che negativi) con circa un giorno di anticipo rispetto ai riscontri di laboratorio.
La sfida principale durante tutto il ricovero è stata dominare la nausea e i crampi addominali. Anche dopo la dimissione, ho dovuto affrontare la difficoltà di rieducare il mio tratto intestinale al cibo. Tutto sembrava darmi fastidio, anche se al terzo giorno a casa i crampi addominali si sono ridotti significativamente. La nausea è rimasta più persistente, e ho scoperto che non potevo tollerare lo stomaco vuoto, dovendo mangiare ogni 3-4 ore.
Per chi si trova ad affrontare un autotrapianto, il mio consiglio è di prepararsi mentalmente a un percorso impegnativo ma temporaneo. I giorni più difficili passeranno, e ogni piccolo miglioramento quotidiano sarà un passo verso la normalità. È importante affidarsi completamente al team medico, seguire scrupolosamente le indicazioni terapeutiche e non esitare a comunicare ogni sintomo o disagio.
La misurazione quotidiana dei passi è stata per me un modo concreto per monitorare il mio stato fisico: il crollo dell’attività nei giorni centrali del ricovero e la graduale ripresa negli ultimi giorni hanno rappresentato un indicatore tangibile del mio percorso di discesa e risalita.
A un mese dalla chemioterapia, guardo al futuro con ottimismo. La strada verso il completo recupero è stata più rapida di quanto immaginassi inizialmente, e ogni giorno porta nuovi miglioramenti.
L’autotrapianto rappresenta una tappa fondamentale nel mio percorso contro il mieloma, una procedura impegnativa ma necessaria per ottenere la migliore risposta possibile alla malattia. E ora, con la prospettiva di una vacanza al mare, mi preparo a completare la convalescenza e a riprendere pienamente la mia vita.

